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Riparazione chiglia Sunrise 34 dopo un incontro ravvicinato con uno scoglio a 6 nodi
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Riparazione chiglia Sunrise 34 dopo un incontro ravvicinato con uno scoglio a 6 nodi
Ciao a tutti.

Questo inverno mi é capitata l'occasione di acquistare a prezzo di demolizione (3000 €) un Sunrise 34 che aveva sbattuto contro uno scoglio a 6 nodi e disfatto madieri, cucina, e crepato lo scafo sopra al bordo di uscita della chiglia... la barca era stata sabbiata per il trattamento anti osmosi quando il cantiere ha presentato il preventivo al vecchio proprietario e l'assicurazione ha deciso di liquidare e disfarsi della barca.

Voglio condividere una breve carrellata di foto perché é un lavoro che in barche di una certa etá (cioé quelle dove i madieri sono fatti in opera laminati allo scafo e SENZA la controstampata incollata allo scafo che crea i madieri ed il telaio strutturale.. per quelle moderne fatte con il telaio incollato é tutta un'altra storia) richiede un centinaio di ore ma che puó essere eseguito da chiunque abbia solo due pollici opponibili ed una conoscenza di base della vetroresina. Quindi nel caso in cui qualcuno abbia voglia o necessitá, questa puó essere di incoraggiamento.

Si si... lo so che giusto ad Ottobre avevo varato la IW31 anche lei recuperata in stato di abbandono, ma tra la "vivibilitá" di una S&S disegnata negli anni '60 ed una barca moderna, mia moglie ha decisamente optato per tenere il Sunrise e mettere in vendita la IW31... peccato perché dal punto di vista velico ina S&S é sempre un classico che naviga da dio.

L'uscita della chiglia: come succede in questi casi, la rotazione verso poppa spinge in alto la parte posteriore della chiglia danneggiando il laminato dello scafo e delaminando i madieri e sollevando brutalmente gli interni (la cucina in questo caso é stata danneggiata)
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Questa é la situazione interna una volta tolti i paglioli: 4 madieri rotti ed una crepa di circa 5cm nello scafo sopra alla parte posteriore della chiglia
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La barca era ad un centinaio di km da dove vivo... eccola pronta per il trasporto (l'opera viva é stata sabbiata dal vecchio proprietario in modo quasi impeccabile... ha poche bollicine sotto al gelcoat e basta)
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Ispezione ed approvazione della moglie (Fondamentale!!)
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Rimozione piastre dei prigionieri e sostituzione di quelli vecchi galvanizzati con dei nuovi in 316.
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Apertura della superficie con il frullino a grana grossa... bisogna scoprire le fibre del vetro su tutta la parte da laminare ed ovviamente rinuovere tutte le parti danneggiate o delaminate. In questo caso ho deciso di rifare i madieri rotti ex-novo portando lo spessore del laminato dagli originali 6mm a 20mm e laminare totalmente lo scafo da parte a parte con uno spessore addizionale a scalare da 8mm all'esterno fino a 20mm sulla soletta della chiglia. Materiali: tessuto Combi 600+300 e vinilestere (Atlac 580... non c'é possibilitá di maturazione ad alta temperatura ma il test di adesione conferma comunque la superioritá rispetto ad una poliestere). É importante fare un test di adesione sul vecchio laminato prima di procedere con i lavori!
É fundamentale proteggere tutto con abbondante plastica e nastro, ed usare due aspirapolvere (uno sull'attrezzo ed uno piú grande messo fuori con il tubo che succhia l'aria dalla cabina).
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Dopo aver "scattivato" le parti danneggiate, ho proceduto con la riparazione prima aggiungendo gli strati tolti e poi coprendo il tutto con uno spessore addizionale con strati a scalare (piú stretti i primi strati e piú larghi quelli successivi). Il vetro é facile tagliarlo prima con il taglierino, facendo delle maschere in compensato fino.
Lo scafo tra i madieri é stato poi laminato a coprire con 15 teli di Combi a scalare (6 ai lati fino a 15 in soletta)
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A questo punto bisogna riaprire i fori dei prigionieri, pulire e rimontare la chiglia. Per sigillare uso un sigillante Soudal ma anche il Sika 291i va benissimo: l'importante é che sia la chiglia che lo scafo siano ben puliti. Sulla chiglia in ghisa ho dato un primer epossidico/convertitore.
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A questo punto, siamo pronti per l'anti osmosi... queste le fasi:
- Misurazione umiditá del laminato con l'apposito strumento (tutto apposto in questo caso)
- Apertura bolle nel gelcoat con la fresina a mano
- Conversione dell'acido ftalico con una soluzione di bicarbonato di sodio (diventa un sale idrosolubile)
- Lavaggio abbondante per togliere lo ftalato di sodio che si forma ed asciugatura soperficiale
- Stuccatura delle bolle con epoxy
- Cartatura di finitura
- Applicazione di 300 micron/secco di Interprime 450 (di International)
- Applicazione Epoxy Tiecoat (sempre di International)
- Antivegetativa: 3 mani di Micron 350 come da datasheet.
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Adesso la barca é in acqua, mentre si fanno dei lavoretti sull'albero tipo il montaggio dello strallo tessile tipo Solent e degli scalini (ovviamente autocostruiti in alluminio) per andare in testa dato che ad una certa etá i Prusik diventano piuttosto "pesanti".
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L'attacco del Solent, con ringraziamento a Wichard che mette gentilmente i disegni CAD del pezzo sul sito internet.
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Buon vento a tutti! 44
28-04-2024 10:11
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Argo74 Offline
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RE: Riparazione chiglia Sunrise
Bel lavoro, io ora farei che aspettare la fine della stagione e poi mi farei fare una perizia, senza nulla dire al perito ofc, in modo da poter sapere quanto il lavoro è fatto bene e quanto è visibile a un occhio esperto.

[size=small]'na grattata, 'na pittata e par nanca doperata. (mckewoy docet)[/size]
28-04-2024 16:39
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bludiprua Offline
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RE: Riparazione chiglia Sunrise 34 dopo un incontro ravvicinato con uno scoglio a 6 nodi
Bel lavoro, come mai hai optato per la resina vinilestere e non per l'epossidica?
Una valuazione economica?
28-04-2024 17:01
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LambertoDK Offline
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RE: Riparazione chiglia Sunrise 34 dopo un incontro ravvicinato con uno scoglio a 6 nodi
(28-04-2024 16:39)Argo74 Ha scritto:  Bel lavoro, io ora farei che aspettare la fine della stagione e poi mi farei fare una perizia, senza nulla dire al perito ofc, in modo da poter sapere quanto il lavoro è fatto bene
e quanto è visibile a un occhio esperto.

Lo faccio di mestiere... Lavoro in un cantiere specializzato in riparazioni per le varie assicurazioni e le chiglie sono un classico... Abbiamo addirittura clienti fissi, tipo uno che ha sbattuto 4 volte in 4 ann!

Comunque hai ragione: per fare l'assicurazione "casco" dopo l'incidente ho fatto verificare il lavoro al perito dell'assicurazione stessa così non ci sono futuri problemi.
28-04-2024 22:02
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LambertoDK Offline
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RE: Riparazione chiglia Sunrise 34 dopo un incontro ravvicinato con uno scoglio a 6 nodi
(28-04-2024 17:01)bludiprua Ha scritto:  Bel lavoro, come mai hai optato per la resina vinilestere e non per l'epossidica?
Una valuazione economica?

Sia per il costo, principalmente dato che ho usato circa 70kg di materiale (quindi circa 40 kg di resina), che per la facilità di lavorazione: in cantiere costa circa un decimo dell'epossidica ed è molto più facile lavorarci quando si usano grandi quantità. L'adesione sulla poliestere è paragonabile ad una epossidica da laminazione tipo la WS o la SP ed il distacco avviene in entrambi i casi dal lato della vecchia poliestere. La Atlac ha un ritiro insignificante anche con spessore importante ed ha un pot Life di circa una ora alle temperature locali.
Diciamo che anche una poliestere avrebbe fatto al caso ma non avrei potuto laminare tutto lo spessore in una singola volta.
28-04-2024 22:17
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albert Offline
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RE: Riparazione chiglia Sunrise 34 dopo un incontro ravvicinato con uno scoglio a 6 nodi
(28-04-2024 22:02)LambertoDK Ha scritto:  Lo faccio di mestiere... Lavoro in un cantiere specializzato in riparazioni

Ecco .... lo avevo "sospettato" 32
29-04-2024 11:27
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opinionista velico Offline
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RE: Riparazione chiglia Sunrise 34 dopo un incontro ravvicinato con uno scoglio a 6 nodi
(28-04-2024 22:17)LambertoDK Ha scritto:  Sia per il costo, principalmente dato che ho usato circa 70kg di materiale (quindi circa 40 kg di resina), che per la facilità di lavorazione: in cantiere costa circa un decimo dell'epossidica.....


40 kg di ottima epossidica da laminazione (che nulla ha da invidiare a WS e SP, anzi....) al privato costerebbero circa 30 €/kg, quindi il cantiere potrebbe prenderli con meno di 20 €/kg. Stando a questo rapporto la vinilestere costerebbe meno di 2 €/kg mentre la poliestere sarebbe praticamente regalata. Diciamo che dopo aver speso 3000 euro nella barca che l'assicurazione aveva rottamato e meno di € 80 in resina per la riparazione, più qualche altro spicciolo di materiale, il fatto che galleggi di nuovo è già un risultato veramente eccezionale, purtroppo non da tutti Sad
29-04-2024 14:55
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LambertoDK Offline
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RE: Riparazione chiglia Sunrise 34 dopo un incontro ravvicinato con uno scoglio a 6 nodi
(29-04-2024 11:27)albert Ha scritto:  Ecco ... lo avevo "sospettato" 32

Un po fuori mano peró... 56 gradi Nord... ben lontano dal mio Tirreno natio.
29-04-2024 16:29
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LambertoDK Offline
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RE: Riparazione chiglia Sunrise 34 dopo un incontro ravvicinato con uno scoglio a 6 nodi
(29-04-2024 14:55)opinionista velico Ha scritto:  40 kg di ottima epossidica da laminazione (che nulla ha da invidiare a WS e SP, anzi....) al privato costerebbero circa 30 €/kg, quindi il cantiere potrebbe prenderli con meno di 20 €/kg. Stando a questo rapporto la vinilestere costerebbe meno di 2 €/kg mentre la poliestere sarebbe praticamente regalata. Diciamo che dopo aver speso 3000 euro nella barca che l'assicurazione aveva rottamato e meno di € 80 in resina per la riparazione, più qualche altro spicciolo di materiale, il fatto che galleggi di nuovo è già un risultato veramente eccezionale, purtroppo non da tutti Sad

La vinilestere la paghiamo piú o meno 30 DKK che in Euro farebbe 4€ circa... l'epossidica invece la paghiamo circa 35€ perché ne usiamo molto poca, principalmente per gli incollaggi del legno ed in quelle poche laminazioni con consolidamento a vuoto che capitano una volta all'anno. L'industria dell'eolico offshore qua é grossa e certi prodotti si trovano dai distributori a prezzi molto buoni: ovviamente si cerca di sfruttare l'opportunitá al meglio.

Non é vero che non é da tutti... barche costruite con metodi tradizionali, cioé con i madieri "a vista" e scafo in resina piena (non sandwich) sono molto facili da riparare e credo che il marinaio medio, aiutato da qualche buon consiglio o manuale pratico, possa farlo benissimo da solo... magari non in 80-100 ore, ma sicuramente non é fantascenza.

Il problema del recupero dopo un danno del genere si ha quando la barca ha il sandwich nell'opera viva ed i madieri ricavati dalla controstampata fissata allo scafo con adesivi messi piú o meno bene, oppure dove c'é il telaio metallico (tipo X-Yacht) dove una botta del genere ti stacca tutto ció che c'é dentro allo scafo: in questi casi il lavoro diventa molto piú impegnativo perché bisogna tagliare e ricostruire tutto, spesso pure la struttura dei paglioli... forse 200-300 ore non bastano.

Ho condiviso queste foto perché credo che molte barche che vengono date per spacciate dalle assicurazioni possono invece regalare molte miglia per pochi soldi a chi ha voglia e tempo di cimentarsi a magari imparare qualcosa di nuovo... tutto qui.
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 29-04-2024 16:47 da LambertoDK.)
29-04-2024 16:46
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giodag Offline
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RE: Riparazione chiglia Sunrise 34 dopo un incontro ravvicinato con uno scoglio a 6 nodi
Potrei avere dei chiarimenti su questo trattamento con bicarbonato di sodio?
- Apertura bolle nel gelcoat con la fresina a mano
- Conversione dell'acido ftalico con una soluzione di bicarbonato di sodio (diventa un sale idrosolubile)
- Lavaggio abbondante per togliere lo ftalato di sodio che si forma ed asciugatura soperficiale
- Stuccatura delle bolle con epoxy
Ci sono articoli o schede da leggere al riguardo?
Grazie e complimenti anche da parte mia...
29-04-2024 19:22
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Argo74 Offline
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RE: Riparazione chiglia Sunrise 34 dopo un incontro ravvicinato con uno scoglio a 6 nodi
(29-04-2024 16:46)LambertoDK Ha scritto:  Non é vero che non é da tutti... barche costruite con metodi tradizionali, cioé con i madieri "a vista" e scafo in resina piena (non sandwich) sono molto facili da riparare e credo che il marinaio medio, aiutato da qualche buon consiglio o manuale pratico, possa farlo benissimo da solo... magari non in 80-100 ore, ma sicuramente non é fantascenza.

Vero ma sottovaluti il fatto che il marinaio medio concepisce solo lavori che iniziano e finiscono massimo in un week end e spesso considera le schede tecniche delle cose inutili.

Io ho provato ad aiutare un po' di conoscenti fornendo anche i passaggi corretti per fare le cose, spesso lavori che per me son piiù una rottura di scatole e ben venga chi se li fa da solo, con tanto di schemino e disegnino, per poi sentirmi dire che "grazie ai miei consigli" è venuto male e scoprire che han seguito le istruzioni e le raccomandazioni se va bene per un terzo.
E quindi io ora non do piu consigli, tranne a poche persone, mi tengo l'arte per me e se uno vuole vedermi lavorare, paga. Allora mentre son li sulla barca a tot euro/ora spiego tutto senza problemi.

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(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 29-04-2024 20:13 da Argo74.)
29-04-2024 20:12
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opinionista velico Offline
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RE: Riparazione chiglia Sunrise 34 dopo un incontro ravvicinato con uno scoglio a 6 nodi
(29-04-2024 16:46)LambertoDK Ha scritto:  Non é vero che non é da tutti... barche costruite con metodi tradizionali, cioé con i madieri "a vista" e scafo in resina piena (non sandwich) sono molto facili da riparare e credo che il marinaio medio, aiutato da qualche buon consiglio o manuale pratico, possa farlo benissimo da solo... magari non in 80-100 ore, ma sicuramente non é fantascenza.


Non credo che il diportista con medie capacità fai-da-te (che a malapena distingue l’epossidica dalla poliestere e il MAT dai tessuti) sia in grado di fare un lavoro strutturale del genere su una parte molto delicata e forse la più sollecitata di una barca a vela, anche solo a livello di manodopera che richiederebbe comunque esperienza e capacità almeno semi professionale. Senza poi contare gli aspetti più propriamente tecnico ingegneristici (ad es. il capire se la barca possa essere ancora recuperata con una spesa sostenibile), tutta l’assistenza logistica, organizzativa e strumentale di cui dispone un cantiere, fino al reperimento dei materiali a prezzi da ingrosso e magari ulteriormente scontati (qui in Italia, con 4 €/kg, un privato avrebbe già difficoltà a reperire resina poliestere ortoftalica).

Ecco cosa intendevo per lavoro "non da tutti” (soprattutto così come è stato presentato), anche se concordo sul fatto che intervenire su uno stratificato pieno è molto più “semplice” (per chi sa fare) che intervenire sul sandwich.

Quando ho letto questo post mi è venuta subito in mente la recente vicenda di Translated 9 alla Ocean Globe Race, dove la riparazione strutturale dello skeg, che aveva effettuato alle Falkland, non ha tenuto e ha rischiato di affondare nell’ultima tappa. Eppure stiamo parlando di una barca costruita con la stessa tecnica e probabilmente anche meglio del Sunrise 34. Questo per sottolineare di nuovo il fatto che certe riparazioni, anche se paiono semplici, in realtà non sono da tutti (cantieri inclusi).
Poi, ovviamente, sulla sua barca ciascuno fa ciò che vuole, soprattutto se è un natante e non deve sottostare alle verifiche per il rilascio/rinnovo del certificato di sicurezza.
30-04-2024 07:00
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Argo74 Offline
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RE: Riparazione chiglia Sunrise 34 dopo un incontro ravvicinato con uno scoglio a 6 nodi
(30-04-2024 07:00)opinionista velico Ha scritto:  Quando ho letto questo post mi è venuta subito in mente la recente vicenda di Translated 9 alla Ocean Globe Race, dove la riparazione strutturale dello skeg, che aveva effettuato alle Falkland, non ha tenuto e ha rischiato di affondare nell’ultima tappa. Eppure stiamo parlando di una barca costruita con la stessa tecnica e probabilmente anche meglio del Sunrise 34

Si ok, infatti le sollecitazioni a cui poi son sottoposte son precisamente uguali?
Le barche da regata, specie per QUEL tipo di regata, sono praticamente usa e getta e vengono spinte al limite più e più volte.

Non son due situazioni paragonabili.

[size=small]'na grattata, 'na pittata e par nanca doperata. (mckewoy docet)[/size]
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 30-04-2024 09:18 da Argo74.)
30-04-2024 09:18
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opinionista velico Offline
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RE: Riparazione chiglia Sunrise 34 dopo un incontro ravvicinato con uno scoglio a 6 nodi
(30-04-2024 09:18)Argo74 Ha scritto:  Le barche da regata, specie per QUEL tipo di regata, sono praticamente usa e getta e vengono spinte al limite più e più volte.

Di barche nate usa e getta, per QUEL tipo di regata, ricordo un Guia di Giorgio Falck (definita barca Kleenex proprio perché era pensata come i noti fazzoletti usa e getta) fatta in sandwich di alluminio, ma che dopo essersi fatta un giro del mondo era ancora, sorprendentemente, una barca tutt’altro che da buttare. Ne avevamo parlato anche su questo forum o forse su quello precedente dove, probabilmente, tu non eri ancora iscritto.
Comunque a me non risulta che lo Swan 65 sia nato come barca da regata e, meno che mai, come barca usa e getta.
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 30-04-2024 10:55 da opinionista velico.)
30-04-2024 10:42
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marmar Offline
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RE: Riparazione chiglia Sunrise 34 dopo un incontro ravvicinato con uno scoglio a 6 nodi
La vicenda Translated è sicuramente "complessa" nel senso che probabilmente sono vari gli elementi alla base dei problemi. Un laminato (per ammissione di Malingri stesso in una serie di note uscite anche su GdV) molto degradato da un punto di vista meccanico. Uno skeg progettato per portare all'estremità il carico dinamico della pala, un carico che però è in funzione della velocità al quadrato. Quindi al di là delle condizioni dello skeg stesso che forse già di suo non era messo bene (due semigusci, per altro) ci sono anche state scelte di conduzione che a fronte di un vantaggio di rating importante non richiedevano forse di spingere così tanto per imporsi anche nelle line honors e stare attaccati a PD.
30-04-2024 13:28
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mpxy_pc Offline
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RE: Riparazione chiglia Sunrise 34 dopo un incontro ravvicinato con uno scoglio a 6 nodi
Credo che la discriminante vera sia la possibilità di disporre uno spazio su cui fare i lavori.
Se ci fossero degli spazi con la possibilità di tenere la barca sull'invaso a tempo indefinito credo che molti più armatori si cimenterebbero nelle manutenzioni. Invece da noi l'armatore vive con un costante senso di urgenza/fretta/impossibilita....

La vita è un gioco che va giocato
30-04-2024 14:17
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spinner Offline
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Messaggio: #17
RE: Riparazione chiglia Sunrise 34 dopo un incontro ravvicinato con uno scoglio a 6 nodi
Bel lavoro. La ghisa del bulbo non è stata intaccata ?

Come mai scelto quel rosso ? Non mi sembra bellissimo dopo un lavoro del genere Smiley36 Confesso di non amare il rosso per le antivegetative Smiley45

Buon vento a tutti
Fredi Spencer

01-05-2024 10:19
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mlipizer Offline
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RE: Riparazione chiglia Sunrise 34 dopo un incontro ravvicinato con uno scoglio a 6 nodi
Hai fatto un ottimo lavoro e hai tutta la mia ammirazione.
Tuttavia 100 ore di lavoro e 70 kg di materiale sono indice di un lavoro non alla portata di tutti.

Trieste - Beneteau First 30jk
01-05-2024 18:45
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LambertoDK Offline
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RE: Riparazione chiglia Sunrise 34 dopo un incontro ravvicinato con uno scoglio a 6 nodi
(30-04-2024 07:00)opinionista velico Ha scritto:  Quando ho letto questo post mi è venuta subito in mente la recente vicenda di Translated 9 alla Ocean Globe Race, dove la riparazione strutturale dello skeg, che aveva effettuato alle Falkland, non ha tenuto e ha rischiato di affondare nell’ultima tappa.

Sicuramente, infatti ho sostituito tutti i prigionieri a prescindere ed ho riparato le piccole crepe di "vecchiaia" dello skeg (che è parziale sul Sunrise) con fibra di carbonio andando in profondità.

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02-05-2024 06:44
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LambertoDK Offline
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RE: Riparazione chiglia Sunrise 34 dopo un incontro ravvicinato con uno scoglio a 6 nodi
(01-05-2024 10:19)spinner Ha scritto:  Bel lavoro. La ghisa del bulbo non è stata intaccata ?

Come mai scelto quel rosso ? Non mi sembra bellissimo dopo un lavoro del genere Smiley36 Confesso di non amare il rosso per le antivegetative Smiley45
No, la chiglia era a posto ma quando l'ho comprata avevano già sistemato la chiglia con il protettore epossidico quindi è possibile che abbiano stuccato eventuali graffi.
Le chiglie di ghisa non sono suscettibili come quelle di piombo.

Il rosso? Solo perché tutti gli altri in porto sono blu e nero

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(30-04-2024 14:17)mpxy_pc Ha scritto:  Credo che la discriminante vera sia la possibilità di disporre uno spazio su cui fare i lavori.
Se ci fossero degli spazi con la possibilità di tenere la barca sull'invaso a tempo indefinito credo che molti più armatori si cimenterebbero nelle manutenzioni. Invece da noi l'armatore vive con un costante senso di urgenza/fretta/impossibilita....
Non so... credo che dipenda da dove uno vive.
Se fossi ancora a Grosseto chiederei a qualche amico che vive in campagna e che coltiva la terra.
Qui in Danimarca ho la vecchia IW31 (che devo sistemare in coperta prima di venderla) parcheggiata in un posto chiamato "Boatcamp" dove pago 100€ al mese... Non è tanto.

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(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 02-05-2024 07:09 da LambertoDK.)
02-05-2024 07:05
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